Lo scorso 17 giugno proprio con la rubrica ‘Storie vere’ ci siamo occupati, grazie al film interpretato da Dustin Hoffman e Robert Redford, dello scandalo ‘Watergate’ dal titolo ‘Tutti gli uomini del Presidente’, in cui venivano ricostruite le fasi dell’inchiesta giornalistica condotta dai reali cronisti del ‘Washington Post’ Carl Bernstein e Bob Woodward. Quelle indagini portarono alla scoperta dell’illecito posto in essere dall’allora Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. Era la notte del 17 giugno del 1972, quando quattro uomini del partito repubblicano entrarono in una delle sedi del partito democratico, il complesso Watergate appunto.
Nixon, travolto dallo scandalo, tra l’8 ed il 9 agosto del 1974 prima annunciò le sue dimissioni e poi le rese effettive il giorno seguente. Dal momento che il 37° Presidente degli Stati Uniti lasciò la Casa Bianca a bordo dell’elicottero presidenziale iniziò un’altra storia. Proprio da questo momento si apre un altro film dedicato a questa ulteriore pagina della vicenda.
Una sorta di continuazione del film del 1976, in cui un anonimo showman si ritrovò ad intervistare Nixon con l’intenzione di fargli ammettere le proprie responsabilità davanti alla nazione, visto che non aveva subito un processo grazie al perdono presidenziale da parte del suo successore: Gerald Ford.
Scritto da Peter Morgan e diretto da Ron Howard ‘Frost vs Nixon’, uscito il 5 dicembre del 2008, ricostruisce le altrettante fasi che portarono il conduttore televisivo, David Frost, alla doppia impresa di avvicinare Nixon e di metterlo alle strette davanti al popolo americano.
In realtà questa incredibile storia vera ha persino ispirato una piece teatrale, omonima del film, e sempre scritta da Peter Morgan. Interpretato da un brillante Micheal Sheen, nei panni di Frost, e da un superlativo Frank Langella, nei panni di Nixon, il film porta a galla diverse sfaccettature dell’evento attraverso il dialogo a tratti serrato e di come lo stesso potere, nelle mani di una sola persona, possa far sembrare tutto più facile e tutto possibile, provocando irrimediabili sensi di colpa che diventano come un pesante fardello negli ultimi anni dell’esistenza.
Con ciò non si vuol sostenere che in ‘Frost vs Nixon’, con taglio prettamente drammatico e con una punta d’ironia malinconica, si cerchi di assolvere colui che macchiò anche l’immagine non solo sua propria personale, ma anche la carica stessa di Presidente. Facendo perdere ulteriore fiducia in chi magari, nonostante tutto, fino a quel momento credeva ancora nella politica.
Più che parlare di assoluzione totale, magari è più giusto affermare di rendere ‘giustizia’ all’uomo Nixon più da un punto di vista morale. Cercando, quasi, di fare pace con quel periodo della storia mai dimenticata. Frank Langella per la sua prestazione otterrà, alla notte degli Oscar del 2009, la candidatura come migliore attore protagonista; le altre candidature conquistate furono: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio. Da segnalare anche l’ottima prova di Kevin Bacon, nel ruolo del collaboratore fidato di Richard Nixon, Jack Brennan.
‘Frost vs Nixon’ È una pagina di storia prettamente americana e che non viene svilita da qualche possibile licenza poetica nella sceneggiatura. Anzi è valorizzata con la semplice forza di ricordare eventi che non possono essere dimenticati.