Gennaio 2021

Anteprime

GODZILLA VS KING KONG: CHI VERAMENTE TRIONFERA’

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Il quarto capitolo della ‘Monsterverse’ dovrebbe uscire nelle sale a fine marzo

In un momento storico particolare come quello che stiamo viviendo, in cui le sale cinematografiche rimangono chiuse a causa della pandemia, Freetopix Magazine, attraverso la sua nuova rubrica compresa nella rubrica ‘Cinema’ e intitolata semplicemente ‘Anteprime’, vi ricorda, ogni sabato, che analizza tutti i film che sono stati rinviati per i motivi suindicati e anche quelli che dovranno uscire, comprese le nuove serie tv in arrivo.

Si parte forte: con le spettacolari immagini di esplosioni, seguite da un mondo sotto assedio e due mostri iconici che si affrontano in uno scontro leggendario. Stiamo parlando del Kolossal del Monsterverse ‘Godzilla vs King Kong’. Atteso da tempo, il cui trailer è stato reso pubblico all’inizio di questa settimana, il film, secondo quanto è stato annunciato fino adesso, dovrebbe uscire il 31 marzo 2021. Ma è ancora d’obbligo usare il condizionale.

Fin dalla sua uscita su youtube, il trailer, oltre a polverizzare ogni tipo di record di visualizzazioni ha anche, addirittura, diviso in due schieramenti i fan più accaniti. I motivi, paradossalmente, non sono gli stessi: ovvero per chi patteggia per uno o per un altro personaggio; ma per due punti in particolare.

Nel primo si pone l’accento sulla questione sulle possibili fattezze del gorilla uscito dalle pagine del romanzo omonimo del 1933. King Kong si presenta grande quanto il suo illustre avversario. La risposta che se ne deduce è semplice: si potrebbe mai immaginare che uno dei due sia sproporzionato all’altro? Non ci sarebbe stato, conseguentemente, nemmeno lo spunto non solo per realizzare l’opera cinematografica ma nemmeno per svilupparla in fase embrionale.

Il secondo motivo di ‘scontro’ tra i fan è fondato, essenzialmente, da una frase che, ad un certo punto, si sente dire nello stesso trailer: ‘Il mondo ha bisogno di Kong per fronteggiare ciò che sta arrivando?’. Una minaccia, quindi. Ma di quale genere? Lo stesso ‘Godzilla’? Seppur nei primi due capitoli il gigante dalle fattezze di una creatura preistorica ha comunque fatto intendere di essere dalla parte degli esseri umani.

Forse è diventato cattivo come lo stesso trailer ci vuol far credere, visto che sembra attacca senza apparente motivo? Ma le immagini in anteprima non rispondono a questa serie di domande, semmai le alimentano. Come alimenta anche un ulteriore quesito: forse c’è un’altra minaccia a cui si fa riferimento e i due mostri, prima uno contro l’altro, si uniranno per affrontare un nemico comune?

Semmai si rivelasse così l’essenza di questo attesissimo film ricalcherebbe, e non poco, quella di ‘Batman vs Superman’. Scelta giusta? Forse sì, ma non saltiamo subito ad affrettate conclusioni; in fondo sono solamente delle ipotesi per prepararvi al meglio per questo che è, di fatto, un mero evento cinematografico.

Diretto da Adam Wingard, il film tende a completare, al momento, un discorso incominciato nel 2014 con il remake di ‘Godzilla’, realizzato in occasione per le celebrazioni dei sessant’anni della prima trasposizione cinematografica del personaggio giapponese. Tre anni più tardi, nel 2017, venne realizzato il remake di King Kong: Kong – The skull of island’. Nel 2019, invece, il secondo capitolo su Godzilla: ‘Godzilla II – King of Monsters’. ‘Godzilla vs King Kong’, quindi, è, di fatto, il quarto capitolo del ‘Monsterverse’ e che, a quanto pare, non scriverà la parola fine di questa saga inaugurata proprio nel 2014.

A dire il vero, tutte queste pellicole realizzate fino adesso sono dei remake. Difatti non solo il film del 1954 è stato ripreso. Anche il sequel, dell’anno successivo, è stato ripreso con lo stesso titolo: ‘Il re dei mostri’. Quindi sia Godzilla e King Kong, al cinema, si sono già scontrati nel 1962 con ‘Il trionfo di King Kong’. Eppure, in quella occasione, ancora adesso è rimasta la decennale disputa tra i fans su chi avrebbe in realtà trionfato.

In merito si è espresso lo stesso regista, il quale ha affermato: Voglio che ci sia un vincitore. Il film del 1962 (King Kong vs. Godzilla) era molto divertente, ma lasciava un po’ delusi per via del fatto che non prendeva le parti di uno dei due. La gente ancora discute su chi abbia vinto in quel film! Quindi voglio che la gente esca dalla sala dicendo “Ok, abbiamo un vincitore”.

Queste dichiarazioni sono state rilasciate nel lontano 2017, quando il progetto era ancora in fase embrionale. Da ciò si potrebbe dedurre, in base a quanto abbiamo ipotizzato in precedenza, che forse, questa volta, uno dei due soccomberà all’altro? Ecco un altro quesito, l’ennesimo, senza risposta immediata.

Nel cast ritroviamo sempre Kyle Chandler, divenuto famoso per la serie tv di qualche anno ‘Le ultime dal cielo’, e Millie Bobby Brown, la ‘Undici’ di ‘Stranger Things. Altri attori presenti sono: Alexander Skarsgard, Rebecca Hall, Shun Oguri, Eiza Gonzales, Julian Dennison e Chris Chalk.

Prodotto dalla Legendary Pictures e Warner Bros, le riprese del film sono iniziate a novembre del 2018 per poi proseguire per tutto il 2019. Sarebbe dovuto uscire, in un primo momento, a maggio del 2020; per poi essere rinviato a maggio di quest’anno e, come detto, anticipato di due mesi.

In attesa di ulteriori sviluppi, come la conferma della data o purtroppo di ulteriori slittamenti, vi lasciamo alle spettacolari immagini di ‘Godzilla vs King Kong’ ricordandovi che ‘Anteprime’ tornerà sabato prossimo e che, inoltre, tale rubrica e questo articolo è presente anche su FreeTopix Magazine.

Forever 80sSerie Tv

76 PRIMAVERE PER TOM SELLECK

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Di sicuro se avessimo la fortuna d’incontrarlo per strada gli faremmo gli auguri, dicendogli: per altri cento anni, Tom. Si, molto probabilmente sarebbe questo il nostro approccio con lui e, utilizzando una frase che ripeteva sempre nel suo iconico telefilm, ‘lo so cosa state pensando’ forse davanti alla sua presenza saremmo un pò più formali e meno aperti con lui.

In fondo, però, ad osservarlo, ad immaginarlo nel ruolo dell’investigatore più informale della storia della televisione che nel decennio 1980 ha interpretato, diventando un’icona mondiale, la voglia di dargli del ‘tu’ è quasi spontanea. Come se fosse un amico che si conosce da molto tempo. Non a caso Magnum si chiamava proprio come lui: Tom. Eppure Mister Selleck per quel ruolo né perse un altro.

La storia la conoscono tutti, era proprio tra il 1980 ed il 1981 quando l’attore di Detroit venne contattato da Spielberg per recitare nel primo Indiana Jones. Purtroppo dovette rifiutare a causa, si fa per dire, del contratto che lo legava alla produzione di ‘Magnum P.I.’. Certo, la domanda sorge spontanea: semmai avesse ricoperto quel ruolo come sarebbe stata la sua carriera cinematografica?

Si sarebbe trasformato ugualmente in un mito vivente? Oppure si sarebbe bruciato subito? La storia, per ogni cosa e persona non si fa né con i se e con i ma, anche perché ognuno vive le esperienze a modo proprio; eppure il dilemma rimane permane. Con la fine della produzione di ‘Magnum P.I.’, nel 1988, provò la strada del grande schermo ma senza successo.

Scrollarsi di dosso quel ruolo non era di certo facile. Ed anche oggi, vederlo nel ruolo del capo della polizia di New York in ‘Blue Bloods’ dal nome Frank Reagan, è impossibile non ricollegarlo a quel periodo d’oro delle serie televisive anni ’80 che, addirittura, venivano considerate ‘film’ di serie B.

Oggi, Tom Selleck, compie i suoi 76 anni e attraverso ‘FreeTopix Magazine’, con le rubriche ‘Forever80s’ e ‘SerieTv’, ed il blog ‘Universo Cinema&SerieTv’ con le rubriche ‘News&Recensioni’ e ‘Forever80s’ gli diciamo: Auguri Tom!!!

Serie Tv

BUONA LA PRIMA PER ‘IL COMMISSARIO RICCIARDI’

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I telespettatori sono stati quasi 6 milioni. Ottima la sceneggiatura e le scenografie

Che non fosse una sfida semplice era comprensibile. Fin dal primo momento. Portare in televisione, col formato serie televisiva, le storie de ‘Il Commissario Ricciardi’ e con le sue stagioni non è era una missione possibile. Alessandro Alatri e i suoi sceneggiatori, compreso l’autore di questa saga letteraria, Maurizio De Giovanni, non hanno fatto rimpiangere le pagine del primo romanzo che presta il titolo, anche, alla prima puntata andata in onda ieri su Rai1.

Il personaggio del Commissario Ricciardi esordisce nel 2007 con il romanzo ‘Il Senso del dolore – L’inverno del commissario Ricciardi’ ed era, oltretutto, l’esordio assoluto di Maurizio De Giovanni. Il primo episodio della prima serie, quindi, non poteva essere che questo. Una giusta, logica e che ha determinato una versione televisiva, almeno come primo impatto, riuscita nella ricostruzione della Napoli di quei tempi. Siamo nel decennio 1930, in pieno regime fascista.

Le atmosfere descritte dall’autore napoletano sono state rispettate. Un po’ cupe e malinconiche. Una malinconia che non emerge subito e che riguarda lo stesso protagonista. Visivamente, più che i costumi, è la scenografia e i colori che ci riportano a delle ambientazioni molto vicine a quelle di un fumetto. Attribuendo così, allo stesso Alfredo Luigi Ricciardi, Commissario della Regia Questura di Napoli, l’aura di un supereroe. E come qualsiasi ‘supereroe’ che si rispetti anche lui ha un dono, per non dire un potere, che nella sua totalità e dallo stesso protagonista viene visto come una vera maledizione e che lo rende, ne confronti degli altri, schivo e scontroso.

Questa ulteriore caratteristica del personaggio, però, non è stata ancora approfondita. Impersonato dal pur bravo Lino Guanciale, il personaggio di Ricciardi ed il suo interprete devono ancora essere un tutt’uno. È pur vero che siamo solo alla prima puntata. Ed è anche vero che anche ‘Il senso del dolore’, inteso come libro, Luigi Alfredo Ricciardi non appare subito così nitido come negli altri episodi successivi pubblicati dopo il 2007.

Quel dolore, quella sofferenza è ancora nascosta e sicuramente, nelle puntate successive non tarderà ad esser mostrata. Solo due particolari sono venuti meno. Una scena. Quella in cui il Brigadiere Maione, impersonato dal bravo Antonio Milo, e lo stesso protagonista s’incontrano per la prima volta e quando, ulteriormente, lo stesso Ricciardi scopre di possedere la sua maledizione.

Bisogna ammettere che lo stesso Maurizio De Giovanni ama mescolare un pò le carte in tavola, quando si tratta di trasposizione televisiva delle sue storie. Per renderle differenti dai libri e farle apparire ancor più originali. L’apertura di questa prima puntata è stata affidata ad un Pino Daniele inusuale, versione anni ’30. Scelta coraggiosa e dettata, soprattutto, dal semplice motivo che lo stesso indimenticato cantautore è uno dei simboli più rappresentativi della città di Napoli.

Dicevamo dei personaggi. Oltre a Maione ci sono tutti quelli apparsi nella saga letteraria, nessuno è stato dimenticato. Il medico legale Modo, impersonato da Enrico Ianniello; Livia, con la bravissima Serena Iansiti ed Enrica, Maria Vera Ratti che è riuscita a calarsi nel personaggio. Per non dimenticare anche ‘Bambinella’, ad impernarlo Adriano Falivene, in cui conferisce un po’ d’ironia alla storia, specie quando s’incontra con il Brigadiere Maione. Tutti rigorosamente proposti fedelmente come nelle pagine dei romanzi.

Eppure, senza essere troppo cattivi, all’inizio la recitazione sembrava quasi caricaturale, per poi incominciare ad intravedere la spontaneità di ogni interprete. C’è da dire che siamo solamente al primo episodio ed è normale che alcuni attori non riescono subito a calarsi nel personaggio. Di sicuro l’attesa, la pressione e l’aspettativa sono sempre state alte nei confronti di questo arrivo sui canali Rai della serie tv.

Ciò che ha colpito maggiormente, però, è stata la scenografia, i costumi e soprattutto la fotografia, che ha restituito in tutta la loro essenza i colori di un’epoca vista sempre in bianco e nero. Anche la trama del libro non è stata modificata. All’inizio si è usata l’espressione ‘almeno in prima impressione’ per mettere in luce diversi elementi in negativo.

In realtà i quasi 6 milioni di telespettatori, per la precisione: 5.951.000, testimoniano tutto il contrario. E’ vero che qualche piccolo difetto è stato riscontrato. Ma ciò non ha evitato, a questa prima puntata, di superare con sufficienza piena l’esame da esordio sulla rete ammiraglia, con la convinzione che la seconda puntata ci porterà sempre più nel mondo del Commissario Ricciardi e con attori che si caleranno sempre più nella parte.

Qui sotto il link della recensione del primo romanzo:

Forever 80sSoundtracks

Il blog ritorna con le rubriche: Soundtracks e Forever80s

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Riprendere dopo quasi tre mesi non è mai facile. Soprattutto ripartite da dove, da quali notizie si può ritornare a parlare di cinema con le sale ancora irrimediabilmente chiuse? Si è deciso ugualmente di rifarci vivi non dal ‘dialogo’ che avevamo interrotto. Abbiamo deciso di ritornare alle origini, quasi, con la speranza di non fermarsi più. In fondo questo blog, ‘Universo Cinema&SerieTv’, lo ha fatto diverse volte, nel tempo. Fermarsi per poi ritornare.

Questa volta lo fa collegato, indissolubilmente, a ‘FreeTopix Magazine’. Lo fa condividendo alcuni articoli pubblicati sia in questo blog che sul giornale online. Perché, di fatto, questo spazio interamente dedicato al duplice mondo dell’intrattenimento visivo è una ‘costola’ di ‘FreeTopix’.

Anche questo blog ha la propria pagina facebook, omonima; e come lo stesso ‘FreeTopix Magazine’, sempre in questo ‘Universo’ di cinema e di serie tv c’è la rubrica esclusivamente dedicata agli anni ’80, ‘Forever80s’, con il quale apriamo questa prima giornata di ripartenza del blog. In più, questa mattina, ‘Forever 80s’ inaugurerà, nuovamente, un’altra nostra storica rubrica con la quale, ogni lunedì, aprirà la settimana: ‘Soundtrack’.

E proprio in merito a ciò: cosa sarebbe il cinema senza la musica? Senza le soundtracks o colonne sonore? Rispondere con la semplice parola ‘nulla’ equivarrebbe ad un madornale errore. La musica, nella settima arte, non è mai stata un elemento secondario. Anzi, nel corso dei decenni è diventata sempre più una componente fondamentale. Già agli albori della settima arte, e lo scopriremo in maniera più approfondita nei prossimi articoli, la musica medesima utilizzata per accompagnare immagini nell’epoca del cinema muto.

Ma esattamente che rubrica è ‘Soundtracks’? E’ un particolare spazio, in cui non si entrerà nel merito dell’evoluzione del rapporto musica – cinema ma, direttamente, di come questa simbiosi è già diventata realtà nel tempo. In ogni articolo, uno a settimana, verranno analizzate le canzoni o le musiche di una pellicola cinematografica in particolare. Si parlerà anche dei grandi compositori che hanno fatto le storia delle colonne sonore e del cinema medesimo; non saranno solo musicisti ma anche e soprattutto cantanti che hanno reso celebre, con la loro canzone, un film.

La soundtrack di oggi riguarda il terzo capitolo di una saga che, all’epoca, pareva essersi esaurita. Trent’anni più tardi, invece, venne realizzato un quarto film, di cui si attende un possibile quinto capitolo. La saga cinematografica è conosciuta con due titoli: Interceptor e Mad Max.

Prima di scoprire ed affrontare la disamina della soundtrack mettiamo chiarezza, anche se non ce né sarebbe bisogno, sui titoli delle pellicole che hanno composto i capitoli di questa saga cinematografica. Saga iniziata quasi quarant’anni fa: nel 1979. Il primo capitolo era intitolato: Interceptor; il secondo Interceptor – il guerriero della strada del 1981 e appunto il terzo: Mad Max – Oltre la sfera del tuono; il quarto film: Mad Max – Fury Road.  Le prime tre storiche pellicole sono state interpretate da Mel Gibson, mentre l’ultimo capitolo da: Tom Hardy e Charlize Theron.

Inizialmente la colonna sonora, come in precedenza, doveva essere composta da Brian May, il chitarrista dei Queen. Quest’ultimo venne sostituito da Maurice Jarre. Lo stesso Jarre, in passato, fu autore delle musiche di “Lawrence D’Arabia”, “Il Dottor Zivago”, e “Gesù di Nazareth”. Oltre al compositore francese venne contattata quella che, negli anni ‘60, era considerata la Regina del pop-rock, e che proprio nel 1985 la sua carriera aveva riacquistato smalto grazie al long play ‘Private Dancer’ dell’anno precedente, ovvero Tina Turner. Precisamente la soundtrack di ‘Mad Max 3’ è composta da ben 6 musiche: due canzoni e 4 pezzi orchestrali. Logico pensare che le due hit sono cantate da Tina Turner.

La prima è “One of the living”, apriva non solamente il film, ma anche il long play omonimo. Ci sono due versioni: quella relativa agli opening credits:

Questa canzone, che è stata scritta e composta dalla musicista Holly Knight, molto attiva tra i decenni 1980 e 1990, la potete ascoltare anche nella sua versione lp:

La seconda, invece, ha assunto l’appellativo di evergreen in fatto di pezzi musicali. Un vero e proprio classico che solo ascoltandola, senza nemmeno sforzarsi troppo, riporta alla mente il film uscito nel 1985. Il titolo è: We don’t need another hero. Una hit, un brano che ha fatto entrare di diritto la cantante nella storia delle soundtracks; inoltre la stessa cantante ha partecipato al film anche come attrice:

Per questa canzone la Turner ottenne la candidatura ai Golde Globe come miglior canzone, un Grammy Award come miglior performance femminile, un disco di platino ed un Mtv Music award Video. Il video è diretto da George Miller: lo stesso ideatore della saga.

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