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Addio a Bernardo Bertolucci

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LUTTO NEL MONDO DEL CINEMA

Certe notizie non si vorrebbero mai dare e commentare. In fondo il nostro blog è nato per celebrare, come una festa, sia il cinema e le serie tv e proprio per questo motivo la consueta rubrica interamente dedicata alle soundtrack non ci sarà. Il mondo del cinema italiano e non solo è in lutto: Poche ore fa, a Roma, ci ha lasciati l’ultimo vero grande maestro del cinema italiano e non solo: Bernardo Bertolucci.

QUASI UNA VENTINA DI FILM COME REGISTA

Nato nella città di Parma, il 16 Marzo del 1941, Bernardo Bertolucci ha diretto nella sua lunga carriera ben 17 film. Due le pellicole entrate nell’immaginario collettivo di tutti noi, senza nulla togliere proprio nulla agli altri lungometraggi realizzati: ‘Ultimo Tango a Parigi’, in cui diresse Marlon Brando ed, inoltre, fece scandalo per la società dell’epoca, e ‘L’ultimo Imperatore’, film che gli valsero ben nove statuette d’oro nel 1988. Con quest’ultima pellicola, precisamente tra quei nove oscar vinti, c’era anche quello per la regia. Non bisogna dimenticare anche film come: ‘Novecento’, nel quale ha diretto attori come: Robert De Niro, Donald Sutherland, Gerard Depardieu e Burt Lancaster; ‘Piccolo Buddha’, con un giovanissimo Keanu Reeves; ‘Il tè nel deserto’, dove dirige John Malkovic e Debra Winger e  ‘The Dreamers – I sognatori’. Il suo esordio avvenne nel lontano 1961 facendo l’aiuto regista di Pier Paolo Pasolini nel film: ‘Accattone’, grazie allo stesso regista ed al produttore Ciro Del Duca.

IL SUO ADDIO

Il suo addio è avvenuto, come detto, questa mattina nella sua casa romana di Trastevere. Secondo le prime indiscrezioni l’estremo saluto sarà in forma strettamente privata ma, molto probabilmente, si sta pensando di allestire la camera ardente per rendergli il giusto omaggio al Campidoglio. Da molti era considerato l’ultimo vero grande maestro del cinema italiano. Aveva 77 anni.

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La ripresa dell’attività

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IN REALTA’ I BLOG NON SI SONO MAI FERMATI

E’ vero. L’assenza è durata parecchio, troppo. I due Blogs non hanno dato nessun segno di vita, nessuna notizia, nessun articolo. Eppure, per quanto riguarda il cinema,’Universo Cinema e Serie Tv’ non è stato fermo: si era trasferito momentaneamente a Roma per la tredicesima edizione della festa del cinema. Di questa kermesse siamo riusciti a pubblicare solo un articolo, poi il nulla. In questo lasso di tempo di materiale per il presente e per il futuro ne è stato raccolto. Pellicole nuove dalle quali attingere informazioni e creare nuovi articoli e non solo.

ANCHE PER FREETOPIX

Anche Freetopix non è stato esente dalle nuove informazioni raccolte dalla kermesse cinematografica, seppur indirettamente. Le sue rubriche e serie di articoli sulla musica, il lunedì, su Bruce Springsteen, il martedì, e su Micheal Jackson, il mercoledì, torneranno molto presto. Anzi: Micheal Jackson ritorna proprio oggi con un articolo davvero speciale per il 31 ottobre. Invece le informazioni raccolte che, interessano indirettamente, il blog rappresenteranno un beneficio per la rubrica ‘Parole Schiette’; attraverso il quale ci catapulteremo nelle tematiche sociali e politiche che più ci premono da vicino. Ma lo scopriremo più avanti. Senza dimenticare ‘Le storie del calcio’. Insomma il blog ritornerà a pieno regime.

http://freetopix.altervista.org/

CINEMA & SERIE TV

‘Le Soundtracks’, del lunedì; ‘I Cine-fumetti’, del martedì; ‘Storie Vere’, senza un appuntamento fisso; ‘Le Stelle’, il mercoledì;’Serie Tv’, con duplice appuntamento: uno non fisso e l’altro fisso il giovedì; e con una nuova serie di articoli: ‘Verso il 2019’, appuntamento per il venerdì; sono tutte pronte a ritornare e per parlare, commentare ed analizzare tutte le pellicole e tutte le serie televisive del passato, del presente e del futuro. Senza dimenticare, appunto, i vari attori, registi, produttori e compositori di colonne sonore. Proprio oggi ne ‘Le Stelle’ si parla di Jamie Lee Curtis.

 

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La Festa del Cinema di Roma

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SORPRESA:

Universo Cinema e Serie Tv si trova a Roma per la Festa del Cinema. Per dieci giorni il sito cercherà di tenervi aggiornati su tutti gli eventi o quasi tutti. Sicuramente su quelli più importanti. Ciò significa che, in via straordinaria, alcuni appuntamenti verranno rinviati al 29 ottobre. Ma solamente alcuni o comunque rinviati giustappunto per la straordinaria occasione.

LA TREDICESIMA EDIZIONE

Quella che si apre oggi è l’edizione numero 13 e si svolgerà quasi per intero presso l’Auditorium della Musica. Gli altri siti scelti per la manifestazione sono sparsi, e non può essere altrimenti, per la città eterna. Le pellicole in concorso sono ben cinquanta. Realizzate e provenienti da tutto il mondo. Incontri con personalità di spicco della settima arte e non solo, anche della musica e della letteratura. Ovviamente non mancheranno le recensioni ed i commenti a caldo sulle pellicole proposte fino ad arrivare, come logico che sia, all’appuntamento del 28 ottobre in cui sarà decretato da parte del pubblico il vincitore.

PROGRAMMA GIORNALIERO

Presentarvi tutti i film o gli eventi in unico testo sarebbe un vero e proprio suicidio. Giorno per giorno, dopo le brevi recensioni e i commenti sugli eventi della festa, vi terremo aggiornati sul programma del giornata successiva. In questo caso, dato che l’articolo in questione, viene pubblicato il giorno stesso dell’apertura della festa, indicherà sia gli eventi di oggi, per poi essere approfonditi domani, e gli eventi di domani.

GIOVEDI’ 18 OTTOBRE

Oggi s’incomincia con due particolari pellicole. Due particolari storie le quali, già dalla trama, attirano di sicuro il pubblico e non solo. L’apertura è stata affidata a ‘7 sconosciuti a El Royale’. In lingua originale: Bad Times at the El Royale. Uscito di recente negli Stati Uniti d’America, il 12 ottobre per l’esattezza, il film diretto da Drew Goddard presenta un’intricata trama in cui sette estranei con un passato da nascondere, ed un segreto da custodire, si incontrano in un misterioso e fatiscente hotel. L’edificio si chiama ‘El Royale’ ed è stato costruito al confine tra California e Nevada. La notte del loro incontro sarà un momento decisivo: tutti avranno un’ultima, fatidica possibilità di redenzione.

La seconda pellicola proviene dall’Argentina ed è intitolata: Sangre Blanca. Il film racconta la storia di Martina e Miguel che attraversano il confine tra Bolivia ed Argentina come corrieri della droga. Dopo essersi rifugiato in un albergo, Manuel muore con i pacchetti pieni di cocaina all’interno del suo corpo. La morsa dei trafficanti si stringe allora su Martina, che deve consegnare in un’altra città la merce che sta trasportando e quella rimasta nel cadavere di Manuel. Sembra non esserci via d’uscita. C’è solo una persona a cui Martina può chiedere aiuto, suo padre  Javier, che però non l’ha mai riconosciuta. Questa può essere l’occasione per far nascere un legame che non c’era.

 

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Scene Cinematografiche

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SIGNIFICATO

Per ‘Scena Cinematografica’ si intende, non solo comunemente ma anche e soprattutto nel linguaggio tecnico della settima arte, il complesso delle strutture raffiguranti un particolare ambiente in cui si svolge, precisamente, una determinata azione. La storia del cinema è piena di piccoli momenti, spezzoni, frammenti che sono entrati nell’immaginario collettivo, i quali hanno addirittura l’immortalità medesima di una pellicola. E’ pur vero che se si prende in esame solo ed esclusivamente il termine ‘Scena’, quest’ultimo presenta il medesimo significato anche nel linguaggio teatrale.

NUOVA RUBRICA

Con ‘Scena Cinematografica’ si cerca di affrontare la disamina del film non nella sua interezza, e neanche attraverso la colonna sonora come si fa, usualmente, il lunedì mattina. Ma mediante le scene, spezzoni cinematografici che hanno contraddistinto la pellicola rispetto alle altre, facendola entrare nell’immaginario collettivo della gente comune o semplicemente trasformando un’anonima pellicola in un vero e proprio cult della settima arte. Ovviamente diversi film presentano, al loro interno, più di una scena o di un momento particolare, pregnanti di significati sia impliciti che espliciti.

LA SELEZIONE DELLE SCENE

La selezione delle scene in questa rubrica sarà molto libera, sarà distaccata dal funzionamento di altre categorie del blog. Anche se è inutile affermare che l’eccezioni ci saranno sempre, ogni scena verrà analizzata nella sua essenza, raccontata proprio per cercare di estrapolare in tutto e per tutto il senso implicito od esplicito di quello che in verità l’autore voleva affermare. Non mancheranno, solo per semplice voglia di spensieratezza, scene comiche come questa:

Ora lo scopo di questa scena di Lino Banfi, tratta dal film: ‘La ripetente fa l’occhietto al preside’, è ovviamente quello di far ridere, di far dimenticare anche solo per un momento i pensieri che ci assillano durante il giorno e fin qui sembrerebbe non centrare nulla con quello che ho scritto prima. Invece si, seppur in maniera indiretta ‘Scene Cinematografiche’ analizza anche la perfezione della riuscita anche se il regista ha dato l’ok senza esser veramente perfetta al cento per cento, durante il montaggio. Infatti due anni più tardi lo stesso attore pugliese, in un’altra pellicola storica della commedia all’italiana, ripeté lo sketch. Ottenendo un risultato ancora migliore del precedente:

Precisando ulteriormente che queste due scene di altrettante pellicole differenti non erano in alcun modo studiate a tavolino. Erano improvvisate. Ma su questo particolare ci entreremo sempre più avanti. Al prossimo appuntamento. Sempre di venerdì. Questa rubrica è la seconda ricompresa ‘Nel Linguaggio del Cinema’, insieme alle ‘Soundtracks’.

 

 

 

 

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Robin Williams

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Parlare di Robin Williams non è facile, specie se bisogna descrivere la sua versatilità nei ruoli che ha ricoperto sotto la scritta ‘Hollywood’. Ruoli particolari, di personaggi speciali e fuori dal comune, che non sembrassero esistere veramente, ma solamente inventati, creati ed elaborati nella sua incredibile capacità di improvvisare. L’improvvisazione, il suo vero dono naturale e più avanti ci ritorneremo su questo elemento fondamentale per la sua lunga carriera. La sua dipartita, in quel maledetto 11 agosto 2014, sconvolse tutti: i suoi fans che lo avevano seguito da una vita e le altre stelle dello ‘Star System’. Tutti quanti sconvolti per il modo in cui era passato a miglior vita: suicidio. Impensabile per uno lui.

Così lo definì Sylvester Stallone durante l’anteprima del suo terzo capitolo dedicato ai ‘Mercenari’, una volta che la notizia della morte di Robin Williams si era sparsa. Un misto di incredulità e di tristezza per un uomo, per quell’uomo che aveva fatto sorridere tutti e non solo.

GLI ESORDI

Per i suoi esordi basterebbero due titoli: il Saturday Night Live e Mork Mindy. Eppure si potrebbe dire che qualcosa è stato dimenticato, qualcosa non è stato ricordato in pieno. Perché se è vero che la sua brillante carriera ha avuto inizio con il Snl verso la fine degli anni ’70, è pur vero che il suo esordio in tv avvenne con il personaggio di Mork. Ma non nella serie tv omonima. Guardate il video:

Si, proprio così: esordì nella mitica serie televisiva ‘Happy Days’, duettando con l’iconico personaggio di Arthur Fonzarelli, interpretato da Henry Winkler. La serie di ‘Mork & Mindy’ venne prodotta tra il 1978 ed il 1982. Ebbe un successo travolgente in tutto il mondo, grazie alla vena recitativa dello stesso Williams e resa ancor più indimenticabile grazie alla sigla italiana cantata da Bruno D’Andrea. In quell’occasione l’attore americano veniva doppiato dal grande Oreste Lionello. La voce storica italiana, una sorta di marchi di fabbrica, arrivò in un secondo momento.

I FILM

La carriera cinematografica di Robin Williams è composta da ben 61 pellicole sul grande schermo. I titoli più importanti sono stati: Good Morning Viet-Nam, 1987; L’attimo Fuggente, 1989; Cadillac Man e Risvegli, entrambi del 1990; Hook – Capitan Uncino, del 1991; Mrs. Doubtfire, del 1993; Jumanji, del 1995; Will Hunting – Genio Ribelle, del 1997; Al di la dei sogni e Patch Adams, del 1998; L’uomo bicentenario, del 1999; One Hour Photo ed Insomnia del 2002. Stranamente per quattro volte venne nominato alla statuetta d’oro e la riuscì ad ottenere una sola volta, nell’edizione del 1998 per ‘Will Hunting – Genio Ribelle’. Chissà perchè uno come lui solamente uno? Forse perché i sui ruoli erano di personaggi che rappresentavano una vera e propria spina nel fianco del sistema?

LE IMPROVVISAZIONI

Le improvvisazioni sono state, per tutta la sua lunga carriera, il vero ed indiscutibile marchio di fabbrica. Era difficile stargli dietro durante il doppiaggio. Oreste Lionello, come detto fu il primo, durante la serie televisiva appena citata. Il secondo, quello storico, è stato Carlo Valli. Un bravissimo doppiatore italiano che, nei suoi doppiaggi, non sempre è riuscito a tenergli testa:

Avete notato bene? Ad un certo punto la voce di Valli scompare per lasciar spazio a quella originale dell’attore. Ma di esempi e scene relative alle sue irripetibili improvvisazioni ce ne sono e non basterebbero per un solo articolo. Forse un domani si potrebbe organizzare un vero e proprio ciclo di articoli interamente dedicati a lui. Chissà. Ma per capire quanto fosse difficile ingabbiarlo nei classici schemi di un copione guardate quest’altra scena e badate bene all’immagine:

Spero che avrete notato che dopo la battuta di Robin Williams l’immagine inizi a traballare. No, non è un difetto della pellicola o di montaggio. Semplicemente: la battuta non era prevista nel copione e chi stava dietro alla telecamera, per riprendere la scena, non riusciva a controllarsi nel ridere.

CONCLUSIONI E MESSAGGI

Come detto parlare di lui non è stato semplice e molto probabilmente non lo sarà mai. Dedicargli un solo articolo non basta, non importa di quante parole possa essere composto. Quattro anni fa ci lasciava uccidendosi per diversi problemi personali, che non verranno mai riportati in questa sede. Le questioni personali sono sempre questioni personali. Di lui rimangono, oltre alle risate che ci ha fatto fare, anche i momenti riflessivi, toccanti e drammatici. Per concludere altra scena. Un’ultima scena in cui si completa un discorso di introduzione, di presentazione e di introspezione, anche se superficiale, su Robin Williams. In lui, nel suo modo di recitare, di porsi di fronte alla cinepresa, c’era un ulteriore mondo che trascendeva la logica medesima relativa agli schemi dello sceneggiatore e del regista. Una recitazione spontanea sia nelle parti comiche e sia nelle parti drammatiche o di mera riflessione che fungono, quasi, si di messaggi ma di vero testamento per i posteri:

E’ vero: ci sono tante altre scene da mostrare e da esplicare. Queste sono essenzialmente quelle più significative, ma ciò non toglie che il finale dell’Attimo Fuggente, dell’Uomo Bicentenario o Al di La dei sogni non siano da meno, anzi. La scelta di terminare così questo articolo è da ricercare nel tentativo di omaggiare un artista nel modo più spensierato possibile. E che comunque uno come lui manca ancora e mancherà sempre.

SI RIPRENDE IL 20 AGOSTO 2018

 

 

 

 

 

 

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Cinematografo

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Con la parola ‘Cinematografo’ continua il nostro viaggio nelle origini della settima arte attraverso la categoria: il Linguaggio del Cinema. La scorsa settimana ci eravamo fermati sia all’etimologia e sia alla traduzione della parola cinema, sfiorando solamente il termine oggetto dell’articolo. Più avanti, nei prossimi appuntamenti, si inizierà, con vari aneddoti storici ha raccontare di come tutto sia veramente iniziato. Dai primi tentativi fino ad arrivare a quello che oggi è diventato il cinema: una vera e propria industria dei sogni.

IL CONCETTO

Un’industria dei sogni che promana da un concetto molto semplice. Un concetto, che riportato in qualsiasi rigo di quaderno o espresso a voce, non riesce ad ottenere lo stesso effetto. L’espressione è: descrizione in movimento. Con l’ultima parola ci si riferisce, in greco, al vocabolo Kinema, come è stato riportato la settimana scorsa. Anche in cinematografo il movimento è rilevante. E lo è ancor di più con la parola ‘descrizione’. Difatti, ‘Cinematografo’, significa proprio: descrizione del movimento. La lingua greca e quella francese sono considerati, in questo nostro viaggio nel tempo, come meri punti di riferimento. Ma soprattutto il francese è da tener ben presente per una data in particolare. Scopriamola.

ETIMOLOGIA

La parola cinematografo non indica solo un termine che nella lingua greca è dettata dall’unione di due vocaboli ‘kinema’, appunto, e graphos, letteralmente ‘scrivere’. Nella traduzione in francese, invece, il termine è conosciuto come Cinematographe. Questo termine venne usato per la prima volta, da due fratelli francesi, per identificare una loro invenzione, un oggetto in particolare che serviva, per la prima volta, a catturare delle immagini in movimento. Quell’oggetto oggi è entrato nel linguaggio comune, di tutti i giorni. Infatti Cinematografo era il nome della prima cinepresa realizzata. E’ il primo tentativo di registrazione, per brevettarlo, avvenne, esattamente, il 13 Febbraio del 1895. Ma di questa storia se ne parlerà, direttamente, il 27 agosto 2018.

 

 

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Il Linguaggio del Cinema

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Il linguaggio del cinema non è a se stante, non deve essere considerato come un unicum separato dalle altre tipologie di arti, nonostante il cinema medesimo è riconosciuto come la settima arte tra le nove esistenti. Il linguaggio del cinema è composto da diversi idiomi. Cosa sarebbe, in fondo, il cinema stesso senza una sceneggiatura? Una scenografia? Una colonna sonora? E’ pur vero che sono stati menzionati solo alcuni elementi fondamentali, essenziali per l’esistenza medesima di questo ‘pianeta cinematografico’, ma è anche vero che i vari singoli punti che verranno analizzati non saranno esenti, come logico che sia, attraverso un percorso storico.

PERCHE’ IL PERCORSO STORICO?

Che sia chiaro: in questo piccolo spazio interamente dedicato al linguaggio del cinema la storia in se non deve essere posta come una classica materia che si studia nei vari corsi universitari, interamente dedicati ai prodromi della settima arte; bensì come una serie di articoli volti, si spera, ad attirar di più la curiosità di voi che state leggendo su fatti tipicamente tecnici miscelati all’origine del cinema medesimo. E’ pur naturale, di conseguenza, sottolineare che, tra i tanti fatti storici del cinema, non verranno analizzati proprio tutti ma solamente quelli più rilevanti, quelli più appetibili. Inoltre questo tipo di operazione verrà svolta, in primis, stand-alone e solo qualche volta, quando ci sono i presupposti per analizzare alcune tecniche cinematografiche con l’ausilio di pellicole storiche.

CINEMA: ETIMOLOGIA DELLA PAROLA

Per risalire all’origine di questa lemma è necessario, addirittura, scomodare non un lingua ma bensì due: il greco ed il francese. Partendo, però, dal secondo idioma indicato si scopre che la parola che usiamo per indicare la settima arte è, senza troppi giri di parole, un’abbreviazione di ‘Cinematographe’, ossia cinematografo. Attraverso la lingua greca, invece, il vocabolo da analizzare è: Kinema. La traduzione, a sua volta, è semplice: movimento.

La settimana prossima, lunedì, ci soffermeremo sulla parola ‘Cinematografo’.

 

 

Recensioni

Un mercoledì da leoni

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Ci sono film che posseggono la natura di romanzi visivi, in cui la fonte d’ispirazione per l’incipit sembra essere uno dei racconti di Ernest Hemingway. Storie semplici, delicate, epiche e che, durante la visione, diventano un’unica onda emotiva che travolge lo spettatore. E questa onda emotiva è confermata ogni volta che c’è una visione di queste pellicole particolari.

In questa schiera di film, classificabili ad un genere a parte, rientra di diritto ‘Un Mercoledì da Leoni’. Realizzato quarant’anni fa e uscito, in Italia, solamente cinque anni più tardi, il 5 luglio del 1983. Diretto da John Milius, la pellicola è incentrata sul mondo del surf. Sia il soggetto che la sceneggiatura sono stati realizzati dallo stesso regista.

La storia è interamente ambientata nel mondo dei surfisti ed è, per dirla ai giorni nostri, antologica. Parte dal 1962 fino ad arrivare nel 1974. In questo lasso di tempo vengono narrate le storie personali e non di tre amici, tutti surfisti, che vivono arrangiandosi e che, nel contempo, attendono il momento propizio di affrontare l’arrivo delle onde giuste.

All’inizio della pellicola la voce narrante fa riferimento ad una mareggiata avvenuta nel 1958. I tre personaggi, oramai esperti e un pò datati per il mondo delle tavole da surf, affronteranno la mareggiata del 1974; attraverso un iconico ed irripetibile finale che ha permesso la pellicola di essere indicata come cult dagli appassionati e non solo.

Nel cast figurano attori diventati, con il tempo, volti noti. Primo fra tutti, anche se aveva una piccolissima particina ma fungeva da voce narrante, Robert Englund, il Freddie Kruger della serie di film Horror: Nightmare. Altro pezzo pregiato era rappresentato dall’attrice Barbara Hale, la quale era diventava famosa, anni addietro, per il ruolo di segretaria di Perry Mason.

I tre protagonisti, invece, sono stati interpretati da Gary Busey, il quale anni più tardi recitò in un altro film cult: Point Break; Jan Vincent Michel e William Katt. Cosa vi dice quest’ultimo nome? Molto probabilmente alle nuove generazione nulla. Ma coloro che sono nati negli anni ’80 e anche un pò prima se lo ricorderanno nel telefilm: Ralphsupermaxieroe.

Come già precisato in precedenza la storia si sviluppa in lasso di tempo di dodici anni, periodo in cui viene sottolineata la spensieratezza di quell’epoca. I momenti edulcorati vengono minati dall’aggravarsi del conflitto in Viet-Nam. La perdita dell’innocenza e delle speranze cozzano con la nuda realtà, ma non l’amicizia tra i tre protagonisti e la voglia di affrontare le onde.

Il duello finale con la natura, con le enormi onde che si innalzano come muri da affrontare e non scansare, rappresenta la morale ed il messaggio più semplice di come la vita possa essere: cavalcare l’onda nonostante sai che potrebbe travolgerti. La metafora è perfetta, come anche il dialogo finale tra i protagonisti dopo la sfida.

“Quel Gerry Lopez è veramente il fenomeno che dicono”. “Si, proprio così. Noi, comunque, abbiamo fatto epoca”. Dialogo che sottintende il trascorrere del tempo e che, senza appello, obbliga ad incominciare a fare solo bilanci. D’altronde un’epoca si è conclusa in maniera epica. In queste battute riportate si fa riferimento ad un personaggio.

Gerry Lopez era veramente un surfista, un fuoriclasse di quei tempi. Tra gli attori protagonisti solo Gary Busey dovette imparare ad affrontare le onde qualche settimana prima dell’inizio della lavorazione della pellicola. ‘Un mercoledì da leoni’ è uno di quei pochi film che sono difficili da ripetere. E’ un evergreen e ringiovanirlo con qualche remake sarebbe davvero un’assurdità.