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Serie Tv

Serie Tv: più approfondimenti.

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Diverse volte, in passato, ad ‘Universo Cinema&Serietv’ ci è spesso capitato di tenere l’attenzione solo su un ‘pianeta’ in particolare: quello cinematografico; attraverso recensioni di lungometraggi, mediante l’analisi di saghe, la serie di articoli dedicati al ‘mondo’ dei cine-fumetti, ma, proprio in fatto di serie, non abbiamo mai dato il giusto spazio all’intrattenimento televisivo. Negli Stati Uniti sono definiti, addirittura, show televisivi, in Italia, invece, fotoromanzi o fiction ma comunemente sono definite, come giusto che sia, e più semplicemente: serie televisive. In questo blog, invece, vogliamo essere, allo stesso tempo, sintetici e diretti: Serie Tv.

Da dove partire? La risposta più logica è quella relativa all’attualità. Dai grandi serials che non sono solamente più parte integrante di quello che, un tempo, veniva definito tubo catodico, semmai anche del mondo dello streaming che ha preso il sopravvento. Netflix, Amazon, Infinity e la nuova piattaforma Disney sono molto di più che una semplice realtà. Sono l’attualità e per molto tempo, ancora, il futuro.

Chiunque ormai possiede un computer e la linea internet, chiunque possiede anche un cellulare per potersele gustare, per non riuscire mai e proprio mai a perdere un episodio. D’altronde non è stato sempre così, eccetto per i foto-romanzi veri e propri. Più di qualche anno addietro seguire una serie tv appariva più semplice. Gli episodi erano autoconclusivi ed al massimo, semmai non potevano vedere le gesta dei vari eroi preferiti, si perdeva un’avventura o comunque una puntata.

Dall’inizio degli anni ‘90 in poi molte cose hanno iniziato a mutare. Di sicuro la struttura narrativa, ma soprattutto la visione nello sviluppare uno show televisivo, le modalità con le quali la stessa serie tv viene ideata. Non più come mero intrattenimento televisivo settimanale, ma come un unico lungometraggio suddiviso in tante piccole parti intitolate, tali da formare rispettivamente un singolo episodio.

In ‘Serie tv’, dunque, oltre ad analizzare gli show televisivi ed in streaming attuali, ricordando anche e soprattutto quelli del passato, ci sarà la non facile missione nel ricostruire e ripercorrere lo sviluppo che l’intrattenimento del piccolo schermo ha avuto in questi decenni. Non sempre, però, lo sviluppo storico sarà seguito in ordine cronologico, ma in base all’approfondimento delle singole serie in esame ed anche dei loro protagonisti principali.

News

I GOLDEN GLOPBES 2020: TUTTI I PREMIATI

Golden-Globes

Tra sorprese e delusioni questa notte la 77esima edizione dei Golden Globes ha emanato i propri verdetti. 25 premiati in tutto che posseggono, come sempre, l’anticipo di quello che potrebbe capitare in un’altra notte ancor più importante: quella degli Oscar.

25 premiati che non solo riguardano la sfera prettamente cinematografica ma che si estendono anche all’altro affascinante mondo delle serie tv. Come abbiamo detto poc’anzi ci sono state delle cocenti delusioni, come quella per Martin Scorse per il suo ‘The Irishman’, una grande conferma rappresentata da Joaquin Phoenix per ‘Joker’ e la sorpresa?

Ecco l’elenco di tutti i vincitori:

MIGLIOR ATTRICE IN UNA MINISERIE:

Michelle Williams;

MIGLIOR SERIE TV COMEDY:

Fleabag;

MIGLIOR FILM STRANIERO:

Parasite;

MIGLIOR ATTORE IN UNA MINISERIE:

Russell Crowe;

MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE:

Hildur Guonattodir per ‘Joker’;

MIGLIOR MINISERIE:

Chernobyl;

MIGLIOR ATTORE IN UNA MINISERIE

Stellan Skargard per Chernobyl;

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE:

Patricia Arquette;

MIGLIOR SCENEGGIATURA:

Quentin Tarantino per C’era una volta a Hollywood…;

MIGLIOR ATTRICE IN UNA SERIE TV COMEDY:

Phoebe Waller-Bridge per Fleabag;

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE TV COMEDY:

Ramy Youssef;

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE:

Missing Link;

MIGLIOR ATTRICE IN UNA SERIE DRAMMATICA:

Olivia Colman;

MIGLIOR ATTORE IN UN MUSICAL O IN UNA COMMEDIA:

Taaron Egerton;

MIGLIOR REGISTA

Sam Mendes per ‘1917’;

MIGLIOR SERIE DRAMMATICA:

Succession;

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UN FILM:

Laura Dern per ‘Storia di un matrimonio’;

MIGLIOR CANZONE:

I’m gonna love me again – Rocketman;

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE DRAMMATICA:

Brian Cox per ‘Succession’;

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UN FILM

Brad Pitt per C’era una volta a Hollywood;

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UN FILM:

René Zellwegger per ‘Judy’;

MIGLIOR ATTRICE IN UNA COMMEDIA O IN MUSICAL:

Awkwafina per ‘The Farewell’;

MIGLIOR ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO:

Joaquin Phoenix;

MIGLIOR FILM MUSICAL O COMMEDIA:

C’era una volta a Hollywood;

MIGLIOR FILM DRAMMATICO:

1917;

PREMIO ALLA CARRIERA

Tom Hanks.

Il prossimo 13 Gennaio verranno ufficializzate le candidature agli Oscar del prossimo 9 Febbraio e in quella occasione approfondiremo ancora di più la tematica ‘Golden Globes’ e la loro possibile anticipazione per la statuetta d’oro.

Forever 80sNews

I 90 ANNI DI SORRELL BOOKE

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Se non fosse per quell’intero completo bianco e quel cappello da cowboy dello stesso colore di sicuro, molti voi, non l’avrebbero riconosciuto. Nel senso che se avessimo scelto un’altra immagine ad una prima impressione avreste dubitato un po’, seguita dalla canonica frase un po’ alla Ezio Greggio: è lui o non è lui.

La risposta sarebbe stata positiva e non poteva essere altrimenti. Di certo, forse, il suo vero nome di battesimo potrebbe essere meno conosciuto, visto che tutti quelli che sono nati o cresciuti durante il decennio del 1980 lo ricordano, solo e semplicemente, per il suo iconico ruolo nell’altrettanto iconica serie televisiva ‘Hazzard’, prodotta dal 1979 fino al 1985.

Il suo nome di battesimo era Sorrell Booke ed era nato il 4 gennaio del 1930, giusto 90 anni fa, nella città di Buffalo nello Stato del Texas. Di origine ebraica prima di entrare nel mondo del cinema e di ottenere fama mondiale con la televisione, Sorrell Booke, lavorò nell’intelligence americano durante la guerra di Corea. Conosceva ben cinque lingue tra cui proprio il giapponese.

Iniziò a farsi conoscere dal pubblico americano a partire dal 1964 con il film ‘Crisantemi per un delitto’ fino poi giungere al 1977 ‘Il gatto che venne dallo spazio’. Nel mezzo prese parte a due pellicole del regista Sidney Lumet: A prova di errore, sempre del 1964, e Addio Braverman, del 1968; mentre nel 1972, con il regista Peter Bogdanovich, prende parte al lungometraggio: Papà ti manda da sola?

Tra il 1974 ed 1977 passa dal grande schermo al cosiddetto tubo catodico, un tempo la televisione veniva definita in questo modo, con due film della serie tv con Peter Falk: Colombo. Rispettivamente partecipa al settimo episodio della settima stagione ed al terzo episodio della sesta.

L’anno successivo è guest star in un’altra storica serie televisiva: La casa nella Prateria. Fino ad arrivare nel 1979 nei panni di Boss Hogg. Le gags comiche tra lui e James Best, scomparso il 7 aprile di 5 anni fa, nel ruolo dell’imbranato Rosco P. Coltrane fanno parte non solo nella memoria degli ‘ottantini’, ma di tutti coloro che hanno apprezzato quella serie tv. Difatti non è un caso che abbiamo aperto l’articolo con uno spezzone di uno dei tanti episodi.

Sorrell Booke morì l’11 febbraio del 1994, all’età di 64 anni, per un tumore al colon.

Forever 80s

FOREVER 80s

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Parafrasando il grande Antonio Lubrano ‘La domanda sorge spontanea’: quanti di voi in questo preciso momento vorrebbero un Delorean del dottor Emmett Brown per affrontare uno dei viaggi nel tempo più belli e più affascinanti che si possa fare? A patto che siate, in tutto e per tutto, appassionati e legati al decennio 1980, più poeticamente e affettuosamente inteso come anni ’80.

Il nome di questa rubrica, comune ai due blog ‘Freetopix’ ed ‘Universo Cinema&Serietv’, e della pagina facebook ad essa collegata è ‘Forever 80s’. Un’affermazione che sa di consacrazione totale per la cultura, per la musica, per il cinema e le serie tv, per i grandi eventi storici e per la letteratura. Un titolo forse scontato ma il più evocativo possibile.

Certo nel rievocare un’epoca si cerca sempre di far valere il positivo e non il negativo. Invece, in ‘Forever 80s’, si darà spazio, purtroppo, anche a situazioni negative. In questo primo articolo, di mera introduzione, l’unica cosa che si può aggiungere è che durante questo anno solare ci sarà un occhio di riguardo al 1980 ed al suo quarantesimo compleanno. In base al calendario si cercherà di seguire un po’ tutti gli eventi fondamentali per tutti i settori indicati all’inizio del testo.

Di sicuro qualcosa ci sfuggirà, di sicuro qualche evento non verrà ricordato a dovere. Non significa, però, che non potrà essere recuperato o approfondito in un secondo momento. Ovvio considerare ogni evento in base alla tematica trattata dai due blog. Ma adesso per tutti nostalgici, per tutti gli appassionati, per tutti coloro che hanno voglia di scoprirli perché magari sono nati nel decennio successivo: BENVENUTI E BUON 1980 A TUTTI.

Recensioni

TOLO TOLO: L’INTELLIGENTE COMMEDIA DI CHECCO ZALONE

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Primo film dell’anno e del decennio e prima recensione del blog. Dopo la breve pausa targata 1° gennaio 2020, si riprende a spron battuto nel commento a caldo, o quasi, delle novità che giungono dal grande schermo. Neanche ‘Universo Cinema&SerieTv’ poteva esimersi dal non visionare ‘in prima persona’, in mezzo al pubblico, il nuovo ed attesissimo film di Checco Zalone ‘Tolo Tolo’. Lungometraggio prodotto e distribuito dalla Taodue di Pietro Valsecchi.

Atteso, soprattutto, non solo perché quando si parla del comico pugliese gli incassi toccano sempre livelli stratosferici ma anche per la tematica trattata: quello dell’immigrazione. Un argomento spinoso a causa delle implicazioni politiche, che lo stesso Zalone sorvola ampiamente con maestria.

Seppur non si ride a crepapelle, e ciò dipende anche dai gusti dello spettatore, la pellicola non stanca e non fa perdere l’attenzione dall’inizio alla fine. Le risate, comunque, sono assicurate e l’ironia, alle volte un po’ superficiale, permette una riflessione che trascende le singole convinzioni politiche. Ecco perché riteniamo che l’idea di Zalone sia intelligente.

In due momenti del film, senza fare troppo spoiler, la situazione del personaggio principale viene comparata alla situazione di coloro che vivono nei paesi dai quali poi sono costretti a fuggire. E’ in realtà una duplice metafora, seppur indiretta, che fa percepire, in modo o in un altro, le vicissitudini di entrambi i popoli coinvolti: il popolo italiano ed i popoli più sfortunati.

Con ‘Tolo Tolo’ siamo tornati alla classica commedia all’italiana dove la risata, finalmente, va a braccetto con la riflessione, attraverso i grandi temi sociali del nostro tempo. Un film, quindi, coraggioso e, se vogliamo dire, anche folle; visto che il trailer-video musicale che ha anticipato l’uscita del film ha scaturito alcune polemiche, tacciando lo stesso Zalone di un razzismo totalmente inesistente. Il box office, al primo giorno di programmazione ha registrato ben 8 milioni e 700 mila euro. Un vero e proprio record, ma chiaramente l’anno è appena iniziato e per avere un responso più completo bisognerà attendere parecchio.

Seppur il giudizio è positivo non ci siamo sentiti di approfondire ancora di più l’argomento per dar modo a tutti di vedere la pellicola. Nei prossimi giorni torneremo sull’argomento anche in chiave con Freetopix.

Recensioni

LE MANS ’66 – LA RECENSIONE

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RIPROPONIAMO LA RECENSIONE DEL 18 NOVEMBRE 2019 SU LE MANS ’66. PER IL BLOG E’ IL MIGLIOR FILM DELL’ANNO

FORD VS FERRARI: UN FILM CHE MERITEREBBE DI CORRERE AGLI OSCAR 2020

Per la prossima corsa agli Oscar l’Academy, quasi sicuramente, non dovrà escludere il nuovo film di James Mangold, “Le Mans ‘66”, o quanto meno di non escluderlo per alcune nominations ben specifiche. Comunque è logico pensare che ci siano e ci saranno diverse opere cinematografiche che si contenderanno il trono di miglior film, quasi sicuramente, migliori di “Ford vs Ferrari”.

Nonostante ciò questo gioiellino di James Mangold, uscito il 14 novembre scorso, ha conquistato tutti già dal primo week end di programmazione, con un incasso che ha superato l’interessantissimo film di Jennifer Lopez: 468.111 euro contro i 465.918 uero di Jlo. Interessante non solo per le bellezze presenti nella pellicola, ma anche perché “Le ragazze di Wall Street” è una storia, nella sua struttura narrativa, incredibilmente vera. Anche “Le Mans ‘66” lo è.

Un fatto sportivo realmente accaduto che sembra quasi leggenda. Nel senso che staremmo qui a domandarci “ma è veramente successo”? La nostra risposta è un semplice: si. Ma non ci fermiamo qui con questa piccola affermazione. Sarebbe troppo riduttivo.

Il film narra la storia della Ford, con al comando Henry Ford II, nipote di Henry Ford, che per incrementare le vendite e la sua immagine nel mondo decide di sfidare, nel circuito di ‘Le Mans’, la Ferrari. La compagnia automobilistica, in primo momento, si affida all’ex-pilota costruttore di auto Carroll Shelby, interpretato da Matt Damon, ‘The Bourne Identity’, il quale a sua volta, si affida all’impulsivo Ken Miles, un pilota molto in gamba ma fuori da ogni regola, impersonato da quell’incredibile trasformista di Christian Bale. Nel cast figurano anche il nostro Remo Girone, nel ruolo di Enzo Ferrari, e John Bernthal, ‘The Walking Dead’ e ‘The Punisher’. D’altronde James Mangold non è la prima volta che gestisce un insieme di attori così ben assortito e vario. Ci sovviene ‘Cop land’, del 1997, in cui recitarono insieme: Sylvester Stallone, Harvey Keitel, Ray Liotta e Robert De Niro. Quindi si tratta di un regista navigato e, forse, troppo poco considerato.

In questo film la vicenda, raccontata per sommi capi sopra, viene ricostruita partendo dall’antefatto fino al tremendo e drammatico finale. In fondo: non si è sempre sostenuto che la vita è un’intera corsa in cui non sempre il successo personale è scontato? O comunque non viene riconosciuto nella sua totalità?

La duplice domanda ruota, si, intorno al protagonista, Ken Miles, ma la storia è comunque corale, con una sceneggiatura realizzata a sei mani da: Jez Butterworth, John Harry Butterworth e Jason Keller. Nel modo in cui è stato scritto il film non si deve attendere molto per un’accelerazione nello sviluppo della trama. Si parte subito a tutto gas, grazie anche da un agile montaggio della coppia Micheal McCusler ed Andrew Buckland, superando in scioltezza le temibili “curve” che potrebbero portare in alcuni momenti morti durante il film.

150 minuti, dunque, a “7.000 giri”, parafrasando una delle battute del personaggio principale, in cui le performances dei singoli interpreti si mescolano tra loro; non per migliorare la trasposizione cinematografica di una vicenda storico-sportiva non eccellente, anzi al contrario. Completano un lavoro che, nel suo complesso e come sostenuto in precedenza, meriterebbe se non direttamente un premio almeno le nominations per alcune categorie.

Le prime due le abbiamo individuate: la sceneggiatura ed il montaggio. Senza, però, dimenticare anche la fotografia di Phedon Papamicheal. Forse sono troppe tre nominations o forse c’è un po’ di esagerazione da parte nostra. Non crediate che ci siamo dimenticati anche degli attori, in fatto di Oscar. In questo caso le eventuali nominations non costituirebbero alcuna forma di sorpresa.

Il film è vincente per un semplice motivo: i fatti sono ricostruiti fedelmente, senza troppi espedienti per romanzare la storia. Con “Le Mans ‘66” ci troviamo di fronte ad un nuovo classico del genere “automobilistico -sportivo” del cinema. Un film che va visto e rivisto per la sua schiettezza ed epicità dei personaggi, per una storia da scoprire e da riscoprire. Un piccolo e grande capolavoro.

News

IL Richiamo della foresta – Febbraio 2020

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Il prossimo 20 Febbraio non prendete impegni. Se amate le avventure, le fiabe e le storie dai buoni sentimenti non perdetevi la nuovissima trasposizione cinematografica de ‘Il richiamo della foresta’. Versione numero 13, tra lungometraggi per il grande schermo, per la tv e addirittura una serie televisiva. Tutte le precedenti pellicole, come questa d’altronde, sono state ispirate dall’omonimo romanzo di Jack London, pubblicato nel lontano 1903. Da noi, la stessa opera letteraria, arrivò ventuno anni più tardi.

Eppure la settima arte non aveva perso tempo, difatti già nel 1908 venne realizzato il primo film, il quale avrebbe inaugurato una serie di remake per quasi ogni decennio del 1900 fino ai giorni nostri. La seconda versione è del 1923; la terza, quella più famosa, era del 1935 con Clark Gable per poi giungere direttamente nel decennio 1970 con ben due trasposizioni cinematografiche. Gli anni di preciso sono il 1972 ed il 1975, rispettivamente con Charlton Heston e Jack Palance; nel 1991 con ‘Buck ai confini del cielo’ e ‘Buck ed il braccialetto magico’ del 1999. Fino ad arrivare alla versioni di dieci anni or sono. Mentre i film per la televisione furono tre: 1976, 1993 e 1997. La serie televisiva nel 2000.

Come ben specificato in precedenza, grandi attori si sono avvicendati nelle singole ‘edizioni cinematografiche’ del racconto ideato da Jack London. Da Clark Gable a Jack Palance, da Charlton Heston al compianto Rutger Hauer, fino ad Harrison Ford. Ultimo in ordine di arrivo in questo cast stellare e per un film, almeno dalle immagini del trailer, davvero spettacolare ed emozionante.

Girato tra l’agosto del 2018 fino alla primavera di quest’anno, il film è diretto dall’esordiente Chris Sanders; esordiente nel cinema con attori in carne ed ossa dopo anni di animazione. Nel cast figurano anche: Karen Gillian, Dan Stevens, Jena Louisa Kelly, Omar Sy, Wes Brown e Terry Notary. Prima di lasciarvi al trailer: per la metà di Febbraio, tra questo blog e quello di Freetopix, uno speciale dedicato all’uscita di questa nuova versione de ‘Il Richiamo della foresta’.

Serie Tv

STRANGER THINGS: LA ‘STRANA’ SERIE NATALIZIA

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Stranger Things, nell’ambito delle serie tv, rappresenta un caso raro in cui due intere stagioni sono state ambientate nel periodo natalizio, per di più nei mitici anni ’80. La trama è un misto di tante altre storie che, proprio nel decennio medesimo, imperversavano tra le pagine di romanzi, racconti, serie tv e nel cinema.

Per esser ancor più precisi i due autori, i fratelli Duffer, hanno attinto dalla trama di ‘It’ di Stephen King e dal cult movie del 1985 ‘Goonies’. Tutto ha inizio quando un ragazzino scompare ed i suoi amici fanno di tutto per ritrovarlo; durante la ricerca i giovanissimi protagonisti incroceranno la loro strada con una ragazza dai poteri particolari.

L’ambientazione natalizia dura, però, solo ed esclusivamente per le prime due stagioni realizzate. La terza, invece, uscita proprio in questa estate presenta proprio un’ambientazione estiva. Si parla di un’uscita imminente di una quarta stagione e di una possibile quinta ed ultima serie per concludere questa saga televisiva anni ’80.

Nei prossimi giorni parleremo, attraverso la rubrica ‘New&Recensioni’, approfondiremo ancor di più il tema di ‘Stranger Things’; cercando di intuire, più o meno, quali possano essere i piani degli autori sul futuro della serie.

News

L’addio a Danny Aiello

Morto Danny Aiello, l'italoamericano di Spike Lee

“Con profondo dolore annunciamo che Danny Aiello, amato marito, padre, nonno, attore e musicista, ci ha lasciato la scorsa notte dopo una breve malattia”. Con questo comunicato, datato 13 dicembre 2019, è rimbalzato su tutti i media del mondo la notizia della morte del famoso caratterista hollywoodiano Danny Aiello, avvenuto il 12 dicembre 2019, all’età di 86.

L’attore italo-americano divenne famoso, nel 1989, per aver preso parte all’iconica pellicola ‘Fa la cosa giusta’ di Spike Lee. Con quel ruolo non solo ottenne i favori del pubblico e della critica ma anche una nomination all’Oscar del 1990.

Danny Aiello era nato a New York il 20 giugno del 1933 da famiglia italo-americana. Sua madre era originaria di Napoli. Si era sposato nel 1955 con la produttrice Sandy Cohen, con la quale aveva avuto ben quattro figli; di cui uno morì per un cancro al pancreas nel 2010: Danny Aiello III.

La sua carriera ebbe inizio nel 1973 con un piccolo ruolo al fianco di Robert De Niro, nel lungometraggio: ‘Batte il tamburo lentamente’. I due si ritrovarono anche l’anno successivo sul set de ‘Il Padrino – Parte II’. Oltre a queste collaborazioni, Danny Aiello, ha lavorato pure per il nostro Sergio Leone in ‘C’era una volta l’America’ del 1984.

Non si possono però dimenticare tutte le altre collaborazioni nella sua carriera quasi cinquantennale: “Bronx 41° distretto” del 1981, con Paul Newman; La rosa purpurea del cairo, di Woody Allen; Stregata dalla luna del 1987, con la cantante Cher; Harlem Nights del 1989, di e con Eddie Murphy; Hudson Hawk – il magio del furto del 1991, con Bruce Willis; Pret a porte e Leon entrambi del 1994, rispettivamente di Robert Altman e Luce Besson; City Hall del 1995, con Al Pacino; Slevin – patto criminale del 2006. L’ultima sua interpretazione risale all’anno scorso: Little Italy – pizza, amore e fantasia.

Oltre al cinema, Aiello, si era anche tolto lo sfizio di recitare in una serie televisiva, poco fortunata, del 1997: Dellaventura, in cui interpretava il ruolo di investigatore privato di New York. Infine, negli anni ’80, partecipò anche al videoclip musicale della Regina del Pop Madonna per il singolo: Papa don’t Preach.

News

Il Primo Natale

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Dalle prime immagini del trailer non apre che ci troviamo di fronte all’ennesimo e classico cine-panettone, che ci fa passare la voglia di andare al cinema. Con battute non volgari, spensierato ed una trama che strizza l’occhio, almeno come prima impressione, ad un ulteriore classico della commedia del cinema italiano: Non ci resta che piangere di Massimo Troisi e Roberto Benigni.

Anche ne “Il primo Natale” c’è un duo comico, non composto da un campano e da un toscano, ma tutto siciliano: Ficarra & Picone. La coppia comica è tornata con un nuovo lavoro in cui si ritorna indietro nel tempo, addirittura, nell’anno 0. Nell’anno della nascita di Gesù Cristo. Si prevedono gag di vario tipo e quindi guai di ogni genere, per una rivisitazione della natività in chiave comica.

Certo, di base non c’è nulla di originale. Forse però il film appare elaborato non solo con semplicità ma anche con comicità semplice. Senza una risata forzata. Soprattutto per il tema trattato. Oltre a recitare, Salvatore Ficarra e Valentino Picone, lo hanno anche scritto e diretto. A seguirli in questa pazza e curiosa avventura cinematografica c’è anche l’attore Massimo Popolizio.

Il film, distribuito da ‘Medusa’, approda nelle sale italiane proprio in questi giorni, a partire dal 12 dicembre. Durante una recente intervista Salvatore Ficarra ha sostenuto che la loro idea era quella di realizzare una pellicola natalizia diversa, non incentrata sulla figura di Babbo Natale. A quanto pare dal trailer sembrano esserci riusciti.