Il 22 marzo del 1978 usciva nella sale cinematografiche italiane il terzo capitolo della saga del Commissario Rizzo, detto Piedone. Una terza indagine che lo porterà nuovamente fuori dai confini della città di Napoli, per smascherare un traffico di droga proveniente dal continente africano. A Johannesburg, per l’esattezza. Il titolo era ‘Piedone l’Africano’.

Un terzo episodio, rispetto al precedente, improntato maggiormente sulla commedia, sulle gags quasi tutte lasciate al grande Enzo Cannavale, ma con un elemento in più: quello del genere avventura. Già la scorsa settimana avevamo già trovato questo elemento che si faceva spazio tra i già citati e collaudati ‘poliziesco’ e ‘commedia’ fungendo da ‘terzo’ genere non dichiaratamente specificato.

È normale affermare che più si va avanti e più le idee rischiano di essere sterili o comunque di venir rimodellate attraverso ulteriori schemi, fermo restando che il connubio tra il poliziesco e la commedia, nei precedenti capitoli, è stato perfetto.

Diretto sempre da Steno, la sceneggiatura, questa volta poco convincente, non è stata più sviluppata da Lucio De Caro ma Ferruccio Verrucci, nonché soggettista, insieme a Giovanni Simonelli, Adriano Bolzoni e Rainer Brandt. Come per la seconda puntata, anche se non era stato precisato in precedenza, il terzo episodio rappresenta uno spot turistico non solo per il Sudafrica, ma per tutto il continente africano.

La presenza dell’allora piccolo protagonista Baldwin Dalkile, nel ruolo del pestifero ma simpaticissimo Bodo, tende a confermare la mossa vincente del secondo capitolo con la presenza, nel cast, del piccolo protagonista giapponese. Risultato? Un film più adatto alla famiglia, senza ridicolizzare gli elementi classici del poliziesco e con degli schemi narrativi diversi rispetto a quelli visti nel 1973 e nel 1975.

Normale comunque pensare che questi piccoli e significativi cambiamenti erano volti a rinnovare un ‘franchise’, anche se all’epoca non si usava nemmeno questa terminologia, per poterlo rendere ancora più appetibile per il pubblico in sala. Forte anche della caratura internazionale di Bud Spencer, era impensabile realizzare una terza avventura interamente sotto all’ombra del Vesuvio. Non è un caso che la rissa finale non si svolge fra i quartieri della città partenopea, ma bensì in Africa.

Come già anticipato accanto a Bud Spencer c’è sempre Enzo Cannavale, ma il cast era stato fortemente rinnovato per l’occasione. Si possono ricordare Antonio Alloca, il mitico prof. de ‘I ragazzi della terza C’, Joe Stewardson e Dagmar Lassander, quest’ultima vista in diverse commedie italiane. Presente anche Ester Carloni, ma questa volta la sua è solamente una comparsata nella scena iniziale dell’autobus. La colonna sonora è sempre firmata dai fratelli De Angelis, conosciuti come gli Oliver Onions, è impreziosita dal brano, che accompagna i titoli di coda: ‘Freedom’.

Una piccola curiosità: quando il film venne girato in Sudafrica vigeva, purtroppo, una rigida segregazione tra bianchi e neri. Un giorno, durante una pausa dalle riprese, la troupe decise di andare a mangiare in un ristorante. Quando si venne a sapere che un componente sarebbe dovuto rimanere fuori, Bud Spencer ed altri decisero di abbandonare il ristorante.

LA PROSSIMA SETTIMANA ULTIMO APPUNTAMENTO CON ‘PIEDONE’ MA NON CON LA RUBRICA ‘BUD&TERENCE’, CON L’ANNUNCIO DI UNA NUOVA SAGA DA RICORDARE E DA ANALIZZARE.

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