La storia di un soggetto che diede vita a due film iconici degli anni ‘80
E’ possibile che lo sviluppo di un soggetto cinematografico determini la realizzazione di ben due film distinti e separati? Due opere cinematografiche che, nello stesso tempo, hanno fatto storia diventando assoluti manifesti di un decennio in particolare? Da queste due domande la risposta che emerge è imprevedibilmente positiva e, in alcuni punti, lo è anche la storia che, in questo primissimo appuntamento con la rubrica ‘Storie di Cinema&Serietv’, viene svelata o, per coloro che già la conoscono, quanto meno ricordata.
Scherzando si potrebbe iniziare con la famosa apertura ‘Tutto ebbe inizio’ nell’anno 1977, quindi gli indimenticabili anni ’70; siamo a Hollywood e si sa che sotto a quella collina tutto, ma proprio tutto, può diventare possibile. Forse è anche per questo che i due film prendono forma attraverso la stessa idea. Il 1977 è l’anno di altrettante iconiche pellicole: ‘La Febbre del sabato sera’ e ‘Guerre Stellari’, il primo in assoluto della saga ideata da George Lucas.
In quei dodici mesi venne ideato il soggetto di un film che, inizialmente, avrebbe dovuto intitolarsi ‘Beverly Drive’ e lo sviluppo della sceneggiatura venne terminato solamente quattro anni più tardi, nel 1981. Fu letta da due persone in particolare, due produttori; uno di loro oggi è conosciutissimo anche nel mondo delle serie tv: Don Simpson, che scomparve nel 1996, e Jerry Bruckheimer, il futuro produttore della fortunatissima serie ‘Csi- Scena del crimine’.
Dopo una prima lettura i due decisero, quasi nell’immediato, che il ruolo da protagonista sarebbe dovuto andare a Mickey Rourke, ancora lontano dal successo mondiale di ‘Nove settimane e mezzo’; nonostante ciò si era fatto notare con pellicole come ‘1941 – Allarme a Hollywood’, ‘Dissolvenza in nero’ e ‘I cancelli del cielo’. Mickey accettò firmando un contratto in esclusiva per 400.000 dollari a questo punto, chiederete voi, tutto fatto? No.
Non si conosce il motivo, ma i tempi di lavoro si allungarono il più del dovuto e il buon Mickey diede il benservito ai due produttori. Sganciandosi dall’impegno preso e accettando un altro progetto cinematografico più veloce da realizzare: ‘Brivido caldo’. Uscito di scena Rourke si verificò un fatto curioso, un fatto prodromico per la nascita dell’altro film che più avanti sveleremo. Capitò che per gioco, non si sa se dovuto alla goliardia di Simpson o del suo collega Bruckheimer o addirittura della stessa Paramount che distribuì il futuro progetto, che venne contattato per scherzo nientepopodimenocchè Sylvester Stallone. Il quale accettò.
Accettando di prendere parte al progetto non solo la prese talmente sul serio ma decise, senza mezzi termini, di modificare diverse sequenze scritte all’interno della sceneggiatura. Risultato? L’elemento principale, quello della commedia, sparì completamente. Il ruolo di alcuni personaggi, chiave, all’interno della trama furono radicalmente modificati. Persino il cognome del protagonista venne mutato completamente.
A Simpson e Bruckheimer queste modifiche non piacevano proprio, soprattutto le parti violente e addirittura uno dei protagonisti era destinato ad una morte troppo cruenta per quella che doveva essere solamente una commedia. Stallone, forte dei successi in Rocky e in Rambo non volle cedere e alla fine cedette in un altro modo: consensualmente si allontanò dal progetto. ‘Sly’ mollò a soli sei settimane dall’inizio delle riprese. A quel punto per i due produttori iniziarono, veramente, i guai seri. ‘Beverly Drive’ rischiava veramente di non vedere mai la luce e invece…
… e invece nel frattempo c’era un altro attore che, impegnato in altri lavori, gli era giunta la voce della realizzazione di questo film. Non si sa bene chi chiamò per primo, comunque Simpson e Bruckheimer dovettero letteralmente volare da una costa all’altra degli Stati Uniti per incontrare colui che sarebbe diventato, definitivamente, l’attore principale del progetto cinematografico.
L’attore in questione era giovanissimo, ‘nero, riccio’ e con una comicità pungente e con una favela difficile da fermare. In quel periodo si stava facendo strada con i suoi personali ‘one man show’ e con il ‘Saturday Night Live’, senza dimenticare un film girato in coppia con Nick Nolte: ’48 ore’. Di sicuro, adesso, avete capito bene di chi si sta parlando: di Eddie Murphy.
Quando l’attore afroamericano accettò di prendere parte al lungometraggio mancavano solamente due settimane all’inizio delle riprese. Le scene ideate da Stallone vennero cancellate e sostituite con delle altre più comiche e anche le modifiche dello stesso vennero, a sua volta, annullate; in particolar modo il cognome.
Partiamo per esempio dalla figura femminile: con Stallone la protagonista aveva una storia con il personaggio principale, dopo Stallone è solamente un’amica; con Silvester c’era personaggio fratello del protagonista che veniva assassinato, in un secondo momento il personaggio ritornò ad essere solamente amico. Il cognome, con l’attore italo-americano, era Cobretti poi si trasformò in Foley. Ed anche il titolo venne modificato: non più ‘Beverly Drive’ ma un più iconico ‘Beverly Hills Cop’.
A questo punto avete anche intuito, con il cognome scelto in un primo momento da Stallone, di quale altro film stiamo parlando: Cobra, uscito esattamente due anni dopo a Beverly Hills cop e nonostante sia diventato un vero e proprio cult non ha avuto, dalla sua parte, quella giusta dose di fortuna per uno o più sequel. Molto probabilmente il motivo deve essere ricercato proprio nelle scene di violenza che in uscita portarono i distributori ha tagliarne una buona parte della durata e venne addirittura bollato, giustamente, come vietato ai minori di diciotto anni. E Beverly Hills Cop?
Il primo film con Eddie Murphy ebbe così tanta fortuna che, tre anni più tardi, venne pure prodotto un sequel altrettanto di livello come il primo, tranne per il terzo capitolo. Ma di questo ne parliamo a ‘Saghe Sequels’ con il link dell’articolo qui sotto: